IL SECONDO GIORNO DELLA VALIGIA
Report di serata e incontri meridiani
Un film che a distanza di oltre mezzo secolo continua ad emozionare per il racconto di una delle nostre vicende storiche più gloriose e dolorose vissute durante la Resistenza. Protagonista della seconda serata del festival “La Valigia dell’attore” è stato il film “I sette fratelli Cervi” che, diretto da Gianni Puccini, vedeva un cast eccezionale tra interpreti, sceneggiatori, scenografi, costumisti e aiuto registi che segnarono la storia del cinema italiano: tra questi Gian Maria Volonté, Carla Gravina, Riccardo Cucciola, Duilio Del Prete, Lisa Gastoni, i premi Oscar Gabriella Pescucci e Andrea Grisanti, Gianni Amelio e Cesare Zavattini, A portarne una versione restaurata sul palco della Fortezza I Colmi è stato l’Istituto Alcide Cervi, presente con Iefte Manzotti che nell’incontro odierno aperto al pubblico, sempre alla Fortezza, ne ha illustrato passo passo il contesto, i contenuti e i particolari durante la lavorazione dell’opera, girata nel 1967 e presentata in anteprima a Reggio Emilia un anno dopo (un raro filmato giornalistico della serata di gala della proiezione è stato mostrato in apertura dell’incontro odierno). Con lui c’era Gino Lavagetto, interprete del film nei panni di Antenore Cervi: un incontro davvero toccante, dato che i due non si rivedevano proprio da 53 anni!
Nato per una volontà precisa del Partito Comunista, il film è impregnato della cultura agraria di sette fratelli, partigiani emiliani che maturarono i principi e l’essenza del socialismo dell’epoca e, coesi tra loro, mirarono alla totale ribellione contro le ingiustizie causate dagli oppressori di ogni tipo, dai latifondisti e clero sulle questioni delle proprietà terriere ai gruppi fascisti e le conseguenti violenze dettate da leggi politiche. Un’operazione, la loro, che – per quanto proiettata verso una giustizia ideale – si rivelò un ingiusto massacro non solo sociale ma familiare.
“Quando giravamo – ha ricordato Manzotti – eravamo sotto i riflettori del padre Cervi, Alcide, unico sopravvissuto all’eccidio – un signore oramai anzianissimo e provatissimo, ma dalle parole e dai ricordi ancora molto caldi – delle vedove e dei rispettivi figli, del fratello di Quarto Camurri, fucilato insieme ad essi, della sorella di Lucia Sarzi, la partigiana attrice loro fedelissima, e soprattutto dell’intera popolazione di Campegine, che partecipò anche come volontaria come comparsa nelle scene di massa, avendo conosciuto da vicino, indirettamente o direttamente, i fratelli. Una partecipazione unica che non solo ci faceva condividere emotivamente un intenso momento della storia locale, come nel momento della fucilazione girato nello stesso poligono di tiro dove vennero abbattuti i Cervi, ma ci diede una grande responsabilità per comunicare al mondo un’esperienza che ha segnato un momento nero dell’età della Resistenza.
“Non avevamo indicazioni precise dal regista – ha ricordato Lavagetto – ma solo un ritratto preciso dei nostri personaggi e ci muovevamo attraverso la loro sensibilità immaginandone i caratteri, le azioni e le reazioni.”
Alla presenza in sala dei ragazzi, aspiranti attori, che parteciperanno alla ValigiaLab della prossima settimana, sono state poi analizzate scene particolari del film decisive per l’evoluzione dell’intreccio drammatico, tutte rievocate dalla scrupolosa attenzione registica ai dettagli nei fatti svoltisi, come anche è stato sviscerato il ritratto dei personaggi, combattenti coraggiosi che giocavano in squadra rischiando in prima linea la propria pelle – da Otello Sarzi a Dante Castellucci, da Don Giuseppe Borghi a Didimo Ferraro (quest’ultimo interpretato da Serge Reggiani.
“La storia dei Cervi è assolutamente sui generis – ha concluso – perché si tratta di anarco-comunisti dalla forte impostazione cattolica che non sposano neanche a pieno la causa del partito; vengono lasciati soli a combattere perché partigiani di pianura e in qualche modo indipendenti, non discriminanti nei confronti di nessuno (a partire dalle donne della famiglia con cui condividevano tutto), ma soprattutto scomodi perché andarono oltre i classici binari rivoluzionari. La loro memoria, che dev’essere trasmessa ai giovani di oggi attraverso la proiezione di questo film significativo, continua ad essere coltivata in molteplici iniziative dall’Istituto Cervi, un centro di ricerca internazionale da sempre in prima fila con lo studio scientifico e la promozione culturale, nel campo della storia delle campagne, delle lotte democratiche e dei valori antifascisti alla base della nostra Repubblica. Esempio ne sono le ricorrenze del 25 aprile e 25 luglio, organizzate in loco, che vedono un’affluenza e partecipazione affettiva di centinaia di persone da ogni parte d’Italia”.
Stasera “La Valigia dell’Attore” continua con la presentazione di un’opera corale realizzata dagli studenti della Scuola d’Arte Cinematografica Gian Maria Volonté: “L’Ultimo piano”. Ad introdurla sarà Francesco Acquaroli, “special guest” del film.
LA VALIGIA DELL’ATTORE fa parte del circuito “Le isole del cinema”, progetto artistico atto a promuovere il territorio culturale sardo consolidando forme di scambio e collaborazione attraverso una rete di quattro festival interdipendenti, che comprendono anche “Una notte in Italia” (Tavolara), “Pensieri e parole” (L’Asinara) e “Creuza de Mà” (Carloforte). L’edizione 2020 de La Valigia dell’attore è realizzata con il sostegno e patrocinio di MIBACT – Direzione Generale Cinema, Regione Autonoma della Sardegna – Assessorato alla Cultura e Assessorato al Turismo, Comune di La Maddalena, Ente Parco Nazionale Arcipelago di La Maddalena, Fondazione Sardegna, NuovoIMAIE, Artisti 7607 e la collaborazione della Scuola d’arte cinematografica Gian Maria Volonté e dell’Istituto Alcide Cervi.
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