LA NUOVA SARDEGNA – domenica 10 Luglio 2011
di Paolo Merlini
[segue da pagina 35] Su che aspetto della recitazione incentrerà il laboratorio? «Il tema centrale, soprattutto per la breve durata del periodo, sarà l’improvvisazione, che per me è una delle discipline nel campo del mestiere dell’attore più difficili, più ostiche…». Non è qualcosa che s’improvvisa, insomma. «Esatto, questa la posso usare in futuro». Il festival è dedicato a Gian Maria Volonté. Cosa ha rappresentato per lei? Vi siete mai incontrati, avete lavorato insieme qualche volta? «È stato il più grande attore dal dopoguerra in poi che abbiamo avuto in Italia. Non ho mai lavorato con lui, né ci siamo incontrati, ma la figlia Giovanna Gravina mi racconta che quando seguiva le mie trasmissioni in tv i suoi commenti erano positivi». Anche lui era mosso da un grande impegno sociale e politico. «Èda ammirare anche per questo. Qualcuno può pensare che quando ti esponi guadagni qualcosa, può essere anche vero, perché magari chi la pensa come te ti si affeziona al di là della qualità del tuo lavoro, ma è altrettanto vero che perdi tante altre opportunità. E le paghi, te le fanno pagare tutte».