Le serate sono presentate e gli incontri sono curati da Fabrizio Deriu, Fabio Ferzetti, Boris Sollazzo.
Mostra fotografica “La valigia dell’attore personaggi e interpreti nel tempo” Fortezza I Colmi dalle ore 19,30
Venerdì 26 luglio
Fortezza I Colmi (Strada panoramica)
Ore 21,00
La valigia dell’attore (Sigla) 5’
a cura di Santo Acciaro
incontro con
Astrid Meloni, Alessandro Gazale, Tomaso Mannoni
a seguire
in anteprima proiezione del film
Il sogno dei pastori (2023) 90’
regia di Tomaso Mannoni
con Alessandro Gazale, Astrid Meloni,
Fabio Fulco Federico Saba, Fiorenzo Mattu
Sabato 27 luglio
Fortezza I Colmi (Strada panoramica)
Ore 21,00
Omaggio a Gian Maria Volonté
Gian Maria Volonté 30 anni dopo (Sigla) 8′
a cura di Orsetta Gregoretti
incontro con
Fabrizio Gifuni
con contributi audiovisivi
a seguire
Fabrizio Gifuni introduce la proiezione del film
Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto (1970) 114’
regia di Elio Petri
con Gian Maria Volonté, Florinda Bolkan, Salvo Randone,
Gianni Santuccio, Orazio Orlando, Sergio Tramonti
Domenica 28 luglio
Fortezza I Colmi (Strada panoramica)
Ore 21,00
La valigia dell’attore (Sigla) 5’
a cura di Santo Acciaro
Omaggio audiovisivo a
Sonia Bergamasco
a cura di Boris Sollazzo 4’
incontro con
Sonia Bergamasco
Consegna del Premio “Gian Maria Volonté”
all’eccellenza artistica di Sonia Bergamasco
a seguire
Il teatro della voce (2013) 5’
a cura di Sonia Bergamasco
riprese e montaggio di Santo Acciaro
con le allieve e gli allievi del Valigialab 2013
La Duse e noi
ritratto plurale di un’artista
drammaturgia di
Sonia Bergamasco e Marianna Zannoni
con Sonia Bergamasco
Il debutto di questa ventunesima edizione del festival, è fissato come di consueto alla Fortezza I Colmi, venerdì 26 luglio, con l’anteprima del film Il sogno dei pastori di Tomaso Mannoni, preceduto dall’incontro con il regista e i due protagonisti dell’opera, Astrid Meloni e Alessandro Gazale.
Un omaggio alla Sardegna con una storia intensa e affascinante, radicata nelle sue tradizioni pastorali e bellezze naturali, che esplora tematiche universali come il conflitto tra progresso e tradizione, il valore della comunità e il legame indissolubile tra uomo e natura.
IL SOGNO DEI PASTORI (opera prima) Regia di: Tomaso Mannoni Cast: Fabio Fulco, Alessandro Gazale, Astrid Meloni, Federico Saba Sceneggiatura: Tomaso Mannoni, Armando Maria Trotta Fotografia: Matteo De Angelis Montaggio: Ambrogio Nieddu Scenografia: Marianna Sciveres Costumi: Ginevra Polverelli Musica: Mauro Palmas Produzione: Ombre Rosse Film Production, Blue Film, Rai Cinema, con il contributo del Ministero della Cultura, con il sostegno di Regione Sardegna, Fondazione Sardegna Film Commission Paese: Italia Anno: 2023 Durata: 90′ Premi e festival: RIFF – Roma Independent Film Festival 2023: Feature Film Competition
Tomaso Mannoni Regista e sceneggiatore, ha frequentato la scuola di cinema Holden e studiato cinema documentario. Dal 2004 inizia a realizzare documentari che vengono selezionati in numerosi festival internazionali in cui si aggiudica premi prestigiosi: il suo “The Wash” è stato finalista nella cinquina Nastri d’Argento corti nel 2019, mentre il documentario “Fino in fondo”, co-diretto con Alberto Badas, ha vinto per la miglior regia al festival Cinemavvenire Overlook di Roma nel 2014 ed è stato selezionato al Milano film festival. Nello stesso anno partecipa al film collettivo “25 ottobre 2014” ideato e coordinato da Citto Maselli. Tra il 2005 al 2007 ha lavorato per Sky Cinema realizzando diversi cortometraggi. “Il Sogno dei Pastori”, del 2023, è il suo primo film a soggetto.
Alessandro Gazale Alessandro Gazale (1961) è attore e docente di scienze motorie di Sassari. Attivo dal 1979 tra radio e teatro, esordisce sul grande schermo nel 2014 con “Perfidia” diretto da Bonifacio Angius, film vincitore del Premio Giuria Giovani al Festival di Locarno. Nel 2019, nuovamente diretto da Angius, è il protagonista di “Ovunque Proteggimi”. Grazie alla sua interpretazione vince il Premio Vittorio Gassman come migliore attore protagonista al Bif&st (Bari International Film Festival), la Menzione Speciale al Festival La Valigia dell’Attore a La Maddalena e il Premio come Migliore Attore Protagonista al ValdarnoCinema Film Festival. Nel 2022 è al Festival del Cinema di Torino con “Ipersonnia” di Alberto Mascia. Lo stesso anno è tra i protagonisti di “Tutti i cani muoiono soli” di Paolo Pisanu e di “Il sogno dei pastori” di Tomaso Mannoni. Di prossima uscita il film “La guerra di Cesare”, scritto e diretto dal regista Sergio Scavio. Dal 2022 è nel cast della serie Sky “Il Re” con Luca Zingaretti, diretta da Giuseppe Gagliardi.
Astrid Meloni Si laurea in Psicologia all’università La Sapienza di Roma. Prosegue il suo percorso formativo conseguendo il diploma di recitazione al Centro Sperimentale di Cinematografia e successivamente viene selezionata per la Masterclass Europea de l’Ecole des MaÎtres condotta da Christiane Jatahy. Inizia la sua carriera in teatro con il regista Reza Keradman che la sceglie come co-protagonista, insieme a Monica Samassa, di “Dopo la prova” di Ingmar Bergman. Dal 2012 al 2014 è la Regina Elizabeth nella pièce teatrale “Il discorso del Re” accanto a Filippo Dini; dal 2015 al 2017 è Toni nello spettacolo “Scandalo” di A. Schnitzler per la regia di Franco Però e con Stefania Rocca, prodotto dal TSFVG. Nel 2017 è protagonista di “Nozze di sangue” per la regia di Serena Sinigaglia prodotto dal Teatro Stabile di Sardegna. Lo stesso anno partecipa allo spettacolo “Disgraced”, con la regia di Martin Kušej prodotto dal Teatro Stabile di Torino con Paolo Pierobon. Per la tv nel 2011 è Simonetta Cesaroni nel film “Il delitto di Via Poma” con la regia di Roberto Faenza. Nel 2016 lavora al film “l’Equilibrio” di Vincenzo Marra e nel 2018 all’opera seconda di Gabriele Mainetti dal titolo “Freaks out”. Tra il 2019 e il 2020 partecipa a vari film e serie TV: il film di Cristina Comencini “Tornare”, l’opera prima di Marcello Di Noto “L’amore non si sa”, la docu-fiction Rai “Storia di Nilde” di Emanuele Imbucci e poi “Luna nera” con la regia tutta al femminile di Francesca Comencini, Susanna Nicchiarelli e Paola Randi. Nel 2021-2022 è tra i protagonisti di “Alla vita” per la regia di Stephane Freiss e di “Ipersonnia” film cinema opera prima di Alberto Mascia e coprotagonista di “Il sogno dei Pastori”, diretto da Tomaso Mannoni. Successivamente partecipa alle serie TV “The Swarm” di Luke Watson e Barbara Eider e “Home For Christmass” di CRIC. Nel 2023 è Maria Stella, moglie di Fabrizio, nella serie tv Netflix “Il Gattopardo”, diretta da Tom Shankland, Laura Luchetti e Giuseppe Capotondi. È tra i protagonisti di “Nudes”, serie Rai Play diretta da Laura Luchetti e di “Il primo figlio”, film horror e opera prima della regista Mara Fondacaro. Crede nel futuro e nella bellezza.
Sabato 27 luglio protagonista della serata sarà Fabrizio Gifuni, al quale, nel 2011 fu conferito il Premio Gian Maria Volonté e che, nel 2015, fu tutor di un’edizione romana del “ValigiaLab” uno dei primi laboratori sull’arte dell’attore correlati al festival.
Gifuni sarà intervistato sul palco dai curatori artistici della manifestazione per raccontare alcuni spaccati della sua carriera e, a seguire, introdurrà una delle opere più celebri interpretate da Volonté, “Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto”, film del 1970 diretto da Elio Petri che rappresentò un’opera di fortissima critica sociale e politica sui temi del potere e dell’impunità e che riuscì a mettere efficacemente in luce la corruzione e l’arroganza delle istituzioni e delle autorità, conquistando – tra i vari riconoscimenti internazionali, un Oscar come miglior film straniero, una nomination al Golden Globe, un Grand Prix Speciale della Giuria al Festival di Cannes, un David di Donatello e diversi Nastro d’Argento.
Ad aprire la serata sarà l’omaggio audiovisivo curato da Orsetta Gregoretti Gian Maria Volonté 30 anni dopo. FABRIZIO GIFUNI
Fabrizio Gifuni è uno degli attori più affermati del panorama italiano, teatrale e cinematografico. Diplomato nel 1992 all’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica Silvio d’Amico, debutta in teatro, nel ruolo di Oreste, nell’Elettra di Euripide con la regia di Massimo Castri che lo dirigerà negli anni a seguire nella Trilogia della villeggiatura di Goldoni. A metà degli anni ‘90 collabora attivamente con la compagnia greca diretta da Theodoros Terzopoulos per una tournée mondiale dell’Antigone di Sofocle (Grecia, Cina, Giappone e Corea). Dagli anni 2000 è ideatore e interprete di numerosi spettacoli, fra cui il pluripremiato progetto Gadda e Pasolini, antibiografia di una nazione, con la regia di Giuseppe Bertolucci (Premio Ubu 2010 come miglior spettacolo e miglior attore dell’anno per L’Ingegner Gadda va alla guerra). È fra i protagonisti, al Piccolo Teatro di Milano, della Lehman Trilogy – ultimo capolavoro di Luca Ronconi – e di Freud ovvero l’interpretazione dei sogni, per la regia di Federico Tiezzi. Con il vostro irridente silenzio – studio sulle lettere dalla prigionia e sul memoriale di Aldo Moro e Il male dei ricci – Ragazzi di vita e altre visioni sono i suoi ultimi lavori per la scena. Al cinema e in televisione ha preso parte a oltre quaranta pellicole, collaborando, fra gli altri, con Gianni Amelio, Marco Tullio Giordana, Giuseppe Bertolucci, Liliana Cavani, Ridley Scott, Edoardo Winspeare, Paolo Virzì, Daniele Vicari, Pupi Avati, Ludovico Di Martino e Sydney Sibilia. Particolarmente intensa è la collaborazione con Marco Bellocchio, che lo dirige in tre film: Fai bei sogni (2016), Esterno notte (2022) e Rapito (2023). Rivelazione europea (Shooting Star) nel 2002 al Festival di Berlino, nello stesso anno ottiene il Globo d’oro della stampa estera. Nastro d’argento nel 2003 per La meglio gioventù di Marco Tullio Giordana. Nel 2010 è premiato come miglior attore dell’anno al Festival internazionale della televisione di Montecarlo per l’interpretazione dello psichiatra Franco Basaglia nel film C’era una volta la città dei matti, per la regia di Marco Turco. Nel 2012 riceve il Premio Gianmaria Volontè. Nastro d’argento della legalità 2018 per l’interpretazione del giornalista Pippo Fava nel film di Daniele Vicari Prima che la notte. Per la sua interpretazione ne Il Capitale umano di Paolo Virzì ottiene nel 2014 il David di Donatello come migliore attore non protagonista, il Nastro d’argento e il Premio Vittorio Gassman al BiFest. Per l’interpretazione di Aldo Moro in Esterno notte di Marco Bellocchio è vincitore nel 2023 di tutti i principali riconoscimenti della stagione: David di Donatello come miglior attore protagonista, Nastro d’Argento – grandi serie, Premio Vittorio Gassman, Premio Elio Petri, Premio Flaiano e Pellicola d’oro. Per il lavoro svolto negli ultimi quindici anni sul potenziale teatrale di importanti testi e autori della letteratura italiana e straniera gli viene assegnato nel 2014 il Premio Napoli per la cultura italiana e, nel 2018, la Laurea Honoris causa in Letteratura italiana, filologia moderna e linguistica (dall’Università degli studi di Roma Tor Vergata). Molto attivo da sempre il suo rapporto con le scuole, le Università e le Istituzioni culturali italiane e straniere. Ha tenuto seminari e masterclass in diverse scuole fra cui l’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica Silvio d’Amico e la Scuola d’Arte Cinematografica Gianmaria Volontè. Dal 2017 cura insieme a Natalia Di Iorio la stagione teatrale del Teatro Garibaldi e dell’Anfiteatro romano di Lucera (“Primavera al Garibaldi”). Dal 2018 dirige per Franco Angeli la collana editoriale Drama dedicata alle arti e alle tecniche performative.
SINOSSI Il capo della Squadra Omicidi di una grande città, soprannominato il “dottore”, viene promosso per i suoi meriti a dirigente dell’Ufficio Politico della Questura. Proprio nel giorno della promozione, l’alto funzionario, che sotto l’apparente sicurezza e disinvoltura nasconde una psicologia perversa, uccide Augusta Terzi, la propria amante, dalla quale è sempre stato costantemente deriso. Anziché preoccuparsi di non lasciare tracce del delitto, l’assassino, certo di essere al di sopra di ogni sospetto in forza della posizione di potere che occupa, si impegna paradossalmente a moltiplicare gli indizi a proprio carico: le indagini intraprese dai suoi collaboratori – come egli aveva previsto – non lo sfiorano neppure. In seguito allo scoppio di una bomba nella centrale stessa della polizia, vengono fermati alcuni contestatori; tra questi c’è uno studente, Antonio Pace, che rivela al “dottore” di riconoscere in lui l’autore del delitto. Dopo essersi autodenunciato ai suoi superiori, il funzionario, ritiratosi nel proprio appartamento, immagina nella sua fantasia esaltata la più probabile soluzione del caso: per quanto numerose e schiaccianti possano essere le prove del suo crimine, i suoi superiori, più timorosi di uno scandalo che desiderosi di servire la giustizia, le smantelleranno ad una ad una, perché egli, come poliziotto, non può essere che al di sopra di ogni sospetto.
SCHEDA TECNICA
Titolo: Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto
Regia: Elio Petri
Attori: Gian Maria Volonté – L’ispettore, Florinda Bolkan – Augusta Terzi, Gianni Santuccio – Il Questore, Orazio Orlando – Ispettore Biglia, Sergio Tramonti – Antonio Pace, Filippo De Gara – Agente all’interrogatorio, Arturo Dominici – Mangani, capo della omicidi, Vittorio Duse – Canes, Vincenzo Falanga – Pallottella, Aldo Rendine – Nicola Panunzio, Massimo Foschi – Signor Terzi, Aleka Paizi – Cameriera dell’ispettore, Salvo Randone – L’idraulico, Ugo Adinolfi – Uno dei due fermati, Gino Usai – Uno dei due fermati, Franco Marletta, Fulvio Grimaldi, Guido Buzzelli, Roberto Bonanni, Giacomo Bellini, Giuseppe Licastro, Giuseppe Terranova, Pino Patti
Soggetto: Ugo Pirro, Elio Petri
Sceneggiatura: Elio Petri, Ugo Pirro
Fotografia: Luigi Kuveiller
Musiche: Ennio Morricone
Montaggio: Ruggero Mastroianni
Scenografia: Carlo Egidi
Costumi: Angela Sammaciccia, Gabriele Mayer – per Florinda Bolkan
Durata: 114
Produzione: Davide Senatore e Marina Cicogna per Vera Films
Distribuzione: Euro International Film (1970) – Ricordi Video, Panarecord, L’Unita’ Video – Dvd: Lucky Red (2008) – Blu-Ray: Lucky Red/Mustang (2013)
Premi:
Premio speciale della giuria al 23mo Festival di Cannes (1970); Premio Oscar 1971 come miglior film straniero; David di Donatello 1970 per miglior film (Daniele Senatore) e miglior attore (Gian Maria Volonté); Nastro d’argento 1971 per la miglior regia e per il miglior attore (Gian Maria Volonté); Grolla d’oro 1970 a Gian Maria Volonté come migliore attore.
ELIO PETRI
Sceneggiatore e regista cinematografico e teatrale, nato a Roma il 29 gennaio 1929 e morto ivi il 10 novembre 1982. Il suo mondo cinematografico stilisticamente acceso di espressionismi inquietanti, l’icasticità della sua immaginazione violentemente metaforica, la precisione acuta delle sue denunce politiche, a volte cupamente rabbiose, un certo gusto per il surreale e il grottesco, la sua natura anticonformista, la costante tensione esistenziale fatta di dubbi, angosce, ambiguità e furori, hanno caratterizzato il lavoro di Petri, rendendolo uno dei più coerenti e stimolanti autori nel panorama del cinema italiano degli anni Sessanta e Settanta. Notevole, allo stesso tempo, è stato il suo contributo al dibattito politico e intellettuale, cui ha partecipato comunque sempre in una posizione scomoda, atipica, non incasellabile negli schemi più consueti. Il suo film di maggiore successo, Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto (1970), è solo in apparenza un prodotto del cosiddetto filone dell”impegno civile’, come pure La classe operaia va in paradiso (1971), che nel 1972 si aggiudicò la Palma d’oro al Festival di Cannes. La sua filmografia comprende d’altra parte diversi generi dal giallo alla commedia, al dramma e persino la fantascienza, tutti trattati sempre in modo caustico e originale.
La sua attività cinematografica da regista inizia con i due cortometraggi Nasce un campione (1954) e I sette contadini (1957) e prosegue con L’assassino (1961); I giorni contati (1962); Il maestro di Vigevano (1963); Alta infedeltà (1964, episodio Peccato nel pomeriggio); Nudi per vivere (1964, documentario); La decima vittima (1965); A ciascuno il suo (1967); Un tranquillo posto di campagna (1968); Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto (1970); Documenti su Giuseppe Pinelli (1970, episodio Tre ipotesi sulla morte di Giuseppe Pinelli; La classe operaia va in paradiso (1971); La proprietà non è più un furto (1973); Todo modo (1976) e Buone notizie (1979).
Ha realizzato per la televisione la miniserie Le mani sporche (1978) ed è stato sceneggiatore di numerosi film, oltre anche aiuto regista di grandi maestri, tra cui principalmente Giuseppe De Santis.
GIAN MARIA VOLONTÈ
Attore, inizia la carriera teatrale dopo essersi diplomato, nel 1957, all’Accademia d’Arte Drammatica. Due anni dopo si impone definitivamente all’attenzione di pubblico e critica con lo sceneggiato televisivo L’Idiota, tratto da Dostoevskij. Fra le maggiori interpretazioni teatrali del periodo sono da ricordare Fedra, Sacco e Vanzetti e Sogno di una notte di mezza estate. Esordisce sul grande schermo nel 1960 con Sotto dieci bandiere, di Duilio Coletti cui seguono, fra gli altri, Le quattro giornate di Napoli, Un uomo da bruciare e Il terrorista. I primi anni ’60 lo vedono protagonista, nei panni di banditi cinici e spietati, dei primi western di Sergio Leone: Per un pugno di dollari (1964) e Per qualche dollaro in più (1965). Nel 1966 con L’armata Brancaleone di Mario Monicelli partecipa a uno dei più grandi successi del cinema italiano. In questi anni comincia ad interessarsi a film più impegnati dal punto di vista politico e sociale: Svegliati e uccidi (1966) di Carlo Lizzani e A ciascuno il suo, di Elio Petri, sono i primi capitoli di questa nuova tendenza. Sempre con Petri gira Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto (1970), La classe operaia va in paradiso (1971) e Todo modo (1976). Memorabili anche le collaborazioni artistiche con Francesco Rosi in, fra gli altri, Uomini contro (1970) e Il caso Mattei (1972). Con Francesco Maselli realizza Il sospetto (1975), con Giuseppe Ferrara Il caso Moro (premio per la migliore interpretazione al Festival di Berlino del 1987). Lavora anche con Gianni Amelio, Emidio Greco e con lo svizzero Goretta in La morte di Mario Ricci (1983, Palma d’oro al Festival di Cannes). Nei primi anni Ottanta lavora per la televisione, in diverse pellicole commissionate dalla Rai: La vera storia della signora delle camelie (1980), La Certosa di Parma (1982), entrambi di Mauro Bolognini. Il suo ultimo film è Il tiranno Banderas (1994), di José Luis Garcìa Sànchez. Muore in Grecia per un attacco cardiaco sul set del film di Theo Angelopoulos Lo sguardo di Ulisse. Il suo ruolo viene preso da Harvey Keitel.
Sarà consegnato il 28 luglio sull’isola di La Maddalena, nell’ambito della 21esima edizione del festival “La Valigia dell’attore”, il prestigioso Premio Gian Maria Volonté all’eccellenza artistica, dedicato alla memoria di uno dei più grandi attori italiani del XX secolo e assegnato ad interpreti che si sono distinti per il loro contributo significativo al mondo del cinema e del teatro italiano ed internazionale, con particolare attenzione a coloro che mostrano un impegno sociale e politico nelle loro scelte professionali, caratteristiche che hanno contraddistinto la carriera dello stesso Volonté.
Il riconoscimento quest’anno va a Sonia Bergamasco, una delle attrici italiane più versatili del panorama contemporaneo che con la dimensione dei suoi tanti talenti – dimostrati in vari contesti e forme dello spettacolo, tra cinema, teatro, musica e televisione – ha saputo costruire una carriera solida e variegata, senza mai perdere di vista la qualità delle sue interpretazioni.
Il poliedrico repertorio che l’ha vista cimentarsi nell’arte recitativa – dichiara Fabio Ferzetti, che leggerà sul palco della Fortezza I Colmi le motivazioni approfondite del Premio – è un capolavoro di accostamenti stravaganti che farebbe l’invidia di un collezionista del bizzarro. Chi altro ha lavorato, per fermarci al cinema, con Marco Tullio Giordana e con Checco Zalone, con i fratelli Bertolucci (prima Giuseppe poi Bernardo) e con Franco Battiato, con Franco Giraldi e Roberta Torre, con Giuseppe Piccioni e con il trio Cortellesi-Albanese-Milani di Come un gatto in tangenziale 1 e 2? Il problema, si dirà, non sono i nomi, né come sappiamo le dimensioni del ruolo. Il problema è il talento, nel caso di Sonia Bergamasco i tanti talenti. Dove la metti una che fa tutto benissimo, recita, suona, dirige, scrive poesie, fa teatro, se serve tiene anche conferenze sul teatro? … E, come ben sapeva l’autore che forse l’ha amata e valorizzata più di tutti, Giuseppe Bertolucci, “Scoprire, giorno dopo giorno, il talento di un’attrice, il tesoro nascosto delle sue possibilità è l’avventura più bella che può capitare a un regista: come all’astronomo il telescopio, che individua un nuovo corpo celeste prima sconosciuto. Eppure era lì da sempre, con quegli occhi da elfo, quel Mozart nella voce… L’ho filmata con ammirazione e felicità. E gratitudine”.
Sonia Bergamasco, sarà oggetto di un incontro approfondito sul suo excursus artistico e nell’ambito del quale presenterà al pubblico anche il suo libro, Un corpo per tutti, edito da Einaudi, sul mestiere dell’attrice, professione che dà voce alle storie di tutti.
Dopo la consegna del riconoscimento, verrà proiettata una testimonianza filmica del ”ValigiaLab” 2013, anno in cui la Bergamasco fu tutor del laboratorio e durante il quale tra gli allievi partecipava anche Astrid Meloni. Le riprese e il montaggio di questo rilevante documento audiovisivo dal titolo Il teatro della voce, sono firmate da Santo Acciaro.
L’arte interpretativa della Bergamasco sarà successivamente portata sul palco della Fortezza I Colmi con la lettura scenica La Duse e noi, un ritratto plurale della grande attrice teatrale a cavallo tra Otto e Novecento attraverso le voci di chi l’ha vista e amata. Su drammaturgia della stessa Bergamasco e di Marianna Zannoni, Sonia delinea il ritratto possibile di una donna e di un’artista che si slanciò sempre in avanti. Irrequieta, instancabile, fragile e determinata, pura energia creativa, interprete la cui arte sa ancora parlare al presente e contaminare lo sguardo contemporaneo. Per Sonia Bergamasco ritrovare Eleonora Duse rappresenta un autentico incontro del cuore che da svariati anni la spinge ad un confronto costante.
Premio Gian Maria Volonté
Il Premio Gian Maria Volonté è stato creato nel 2005 per onorare la memoria di un attore che ha lasciato un segno indelebile nel cinema italiano e internazionale. Istituito da Felice Laudadio – prima al Festival di Taormina poi a quello di Bari – il Premio è approdato sull’isola di La Maddalena nel 2011, consegnato di persona, negli anni, ad una rosa di attori di primo livello: tra questi Luigi Lo Cascio, Fabrizio Gifuni, Valerio Mastandrea, Elio Germano, Jasmine Trinca, Stefano Accorsi, Michele Riondino, Isabella Ragonese, Ennio Fantastichini, Pierfrancesco Favino, Donatella Finocchiaro, Alba Rohrwacher, Renato Carpentieri, Filippo Timi, Ficarra e Picone. Il premio viene assegnato da una giuria, composta da esperti del settore, critici cinematografici e personalità della cultura, che seleziona i vincitori sulla base delle loro performance, della loro carriera complessiva e dell’impatto che hanno avuto sia nel cinema che nella società. Il Premio in sé consiste in una barca in rame ideata e realizzata da Mario Bebbu fino al 2017, e successivamente lavorata da Umberto Cervo.
SONIA BERGAMASCO
Sonia Bergamasco è nata a Milano, dove si è diplomata in pianoforte. A teatro lavora con Antonio Latella, Thomas Ostermeier, Jan Fabre, Thodoros Terzopoulos, Carmelo Bene, Giorgio Strehler. Premio Duse per il suo lavoro d’attrice, è interprete e regista di spettacoli in cui l’esperienza musicale si intreccia più profondamente con il teatro. Tra gli altri, Il Ballo (dal racconto di Irène Némirovsky) e L’uomo seme, entrambi nati dalla collaborazione artistica con il Teatro Franco Parenti di Milano. Nel 2017 dirige al Piccolo Teatro lo spettacolo Louise e Renée, ispirato a “Memorie di due giovani spose” di Balzac, di cui Stefano Massini cura la drammaturgia originale. Nel 2022 è Martha nello spettacolo Chi ha paura di Virginia Woolf? diretto da Antonio Latella ruolo per il quale vince il Premio Ubu, il Premio Le Maschere del Teatro Italiano e il Premio Hystrio/Anct. Interpreta ruoli di cantante-attrice in Italia e all’estero. Nel ruolo di Elvira nell’opera Il dissoluto assolto di Azio Corghi (su libretto di José Saramago), è al Teatro São Carlos di Lisbona e al Teatro alla Scala di Milano. Al Teatro San Carlo di Napoli è interprete e autrice della narrazione di scena nella versione da concerto del Fidelio di Beethoven diretta da Zubin Metha. Collabora stabilmente in duo – con un vasto repertorio per voce e pianoforte – con il musicista Emanuele Arciuli. Per l’edizione 2019 del Festival del Maggio Musicale Fiorentino firma la regia delle Nozze di Figaro di Mozart. Protagonista del film L’amore probabilmente di Giuseppe Bertolucci. Nastro d’Argento per La meglio gioventù di Marco Tullio Giordana; lavora con Bernardo Bertolucci, Giuseppe Piccioni e Franco Battiato. È la Regina madre del film Riccardo va all’inferno, di Roberta Torre e Luce nella commedia Come un gatto in tangenziale, diretta da Riccardo Milani. Premio Flaiano come miglior interprete nel film De Gasperi, di Liliana Cavani, riscuote grande successo nelle serie Tv Tutti pazzi per amore e Una grande famiglia, entrambe dirette da Riccardo Milani ed è Livia nella serie televisiva Il commissario Montalbano. Per il film Quo vado?, diretto da Gennaro Nunziante, vince il Premio Flaiano come interprete dell’anno, il Premio Alida Valli come migliore attrice non protagonista al Bari International Film Fest e il Premio CIAK d’oro. Ha pubblicato la raccolta di poesie Il quaderno (La nave di Teseo editore, 2022) e il libro Un corpo per tutti. Biografia del mestiere di attrice (Giulio Einaudi editore, 2023). L’attrice, che ha finito di girare il nuovo film di Marco Tullio Giordana La vita accanto, scritto con Marco Bellocchio e Gloria Malatesta, è attualmente sul set insieme a Claudio Santamaria e Anna Ferzetti per le riprese del film Il Nibbio, lungometraggio dedicato a Nicola Calipari e diretto da Alessandro Tonda. Novità assoluta è invece, sul grande schermo, il suo debutto come regista per un documentario su Eleonora Duse e sul mestiere dell’attrice, dal titolo “The greatest”. All’attrice, pioniera del teatro moderno ed ispiratrice di intere generazioni di interpreti, Sonia ha dedicato una lettura scenica che porterà in scena la sera stessa, dopo la consegna del Premio.