Ispirato alla vera storia dei sette fratelli, contadini cattolici italiani, che divennero comunisti e combatterono per la giustizia e la libertà contro il fascismo, il film racconta con profondità ed onestà una delle pagine più nere e vergognose della guerra di liberazione combattuta nel nostro Paese a partire dal settembre del 1943. Girata nel 1967 ed uscita nel 1968, “anno caldo” della sinistra italiana, l’opera vuole primariamente rendere omaggio a questi giovani martiri entrati da subito nell’immaginario collettivo come simbolo delle vittime della barbarie nazi-fascista. Un vero e proprio sacrificio che farà morire di crepacuore la madre a nemmeno un anno dalla loro fucilazione e che porterà il padre Alcide a testimoniare ovunque il loro operato con valori che si identificano nella ricerca di libertà e opposizione al fascismo attraverso l’evoluzione del lavoro nelle masse contadine: un mondo di modernità che ha bisogno di cultura e non conservatorismo o violenza ed è spinto dalla necessità di ribellione ad ogni ingiustizia. I Cervi furono tra le prime bande di guerriglia partigiana armata formate tra pianura e collina e seppero trasformare la propria abitazione in una vera e propria “casa di latitanza”, ospitando civili perseguitati, soldati e militari di ogni nazione belligerante (tra questi ci furono russi, inglesi, australiani e americani). Stimolati dall’amicizia con Dante Castellucci, il famoso “Facio” che rappresentò la loro mente armata, e per questo condannati al rischio di fucilazioni, case bruciate, mogli e figli catturati ed uccisi, il loro fu un coraggio esemplare per molti altri martiri della Resistenza e per i posteri.
A lungo boicottato dalla censura preventiva, il film è diretto da Gianni Puccini, che del Partito Comunista fu un militante e che come regista lasciava grande spazio alla creatività dei suoi attori. Puccini morì pochi mesi dopo la fine delle riprese. Da notare, dietro alla macchina da presa, il lavoro di Gianni Amelio alla sua terza esperienza con Puccini come aiuto regia, oltre alle scenografie firmate da Andrea Crisanti e ai costumi di Gabriella Pescucci: tutti ragazzi giovanissimi che sarebbero poi diventati gente da premio Oscar. Il soggetto e la sceneggiatura presero spunto dal libro “I miei sette figli”, le memorie di Alcide Cervi trascritte da Renato Nicolai, pubblicato nel 1955; la sceneggiatura fu co-firmata da Cesare Zavattini, tra i padri del neorealismo cinematografico italiano. Il cast del film è ricco di straordinari attori, tra cui spiccano Gian Maria Volonté, Carla Gravina, Lisa Gastoni, Riccardo Cucciolla, Renzo Montagnani, Serge Reggiani, Duilio Del Prete, Gino Lavagetto e Aldo Caponi, alias Don Backy. Curiosità: prima di Puccini avevano provato a trasformare la storia in cinematografia registi del calibro di Pietro Germi e Carlo Lizzani ma fu proprio Gian Maria Volonté a dare la spinta propulsiva alla produzione per la sua realizzazione.
SINOSSI
Emilia-Romagna, 1943, durante la seconda guerra mondiale i sette fratelli Cervi, Agostino, Aldo, Antenore, Ettore, Ferdinando, Gelindo e Ovidio, contadini di Campegine, in provincia di Reggio Emilia, di estrazione cattolica ma fortemente antifascisti, formarono, insieme al padre Alcide, la cosiddetta “Banda Cervi”, che compì azioni di guerriglia contro i fascisti e contro i tedeschi.
Catturati dopo che il loro casale fu circondato da numerose forze nemiche furono imprigionati a Reggio Emilia e, il mattino del 28 dicembre 1943, tutti fucilati al poligono di tiro della città dai fascisti per rappresaglia, insieme a Quarto Camurri un giovane soldato disertore dell’esercito repubblichino che si era aggregato alla banda Cervi.
SCHEDA TECNICA
Regia: Gianni Puccini
Soggetto Gianni Puccini e Bruno Baratti
Sceneggiatura: Gianni Puccini, Bruno Baratti e Cesare Zavattini
Cast: Gian Maria Volonté; Don Backy; Riccardo Cucciolla; Renzo Montagnani; Carla Gravina; Serge Reggiani; Lisa Gastoni; Oleg Zhakov; Andrea Checchi; Duilio Del Prete; Gabriella Pallotta; Marco Mariani; Gino Lavagetto; Benjamin Lev; Ruggero Miti; Rossella Bergamonti; Elsa Albani
Fotografia: Mario Montuori
Montaggio: Amedeo Giomini e Romano Giomini
Musiche: Carlo Rustichelli
Costumi: Gabriella Pescucci
Produttore: Roberto Moretti
Casa di produzione Centro Film
Anno: 1968
Durata: 105 min
Trailer: https://www.ivid.it/trailer/film/1968/i-sette-fratelli-cervi
ISTITUTO ALCIDE CERVI
Da sempre in prima fila con la ricerca scientifica e la promozione culturale, nel campo della storia delle campagne, delle lotte democratiche e dei valori antifascisti alla base della nostra Repubblica., l’Istituto Alcide Cervi è stato costituito il 24 aprile del 1972 a Reggio Emilia per iniziativa dell’Alleanza Nazionale dei Contadini (oggi Confederazione Italiana Agricoltori), dell’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia, della Provincia di Reggio Emilia, e del Comune di Gattatico. Ha conseguito il riconoscimento di Personalità Giuridica di valenza nazionale dalla Presidenza della Repubblica, con D.P.R. n.533 del 18 luglio 1975.
Raccogliendo lo straordinario patrimonio di valori rappresentato dalla figura di Alcide Cervi, insieme alla memoria dei suoi sette figli martiri dell’antifascismo, l’Istituto parte dalla esperienza della campagna emiliana per lavorare con coerenza e impegno per la salvaguardia dei valori alla base della Costituzione Repubblicana. Nella formazione e nella didattica, nella ricerca storica e nella diffusione della memoria, si pone in primo piano nel rapporto con le istituzioni locali e nazionali, in stretta collaborazione con enti culturali ed accademici a tutto campo.
L’Istituto Alcide Cervi gestisce il MUSEO CERVI, cuore operativo delle proprie attività, la BIBLIOTECA ARCHIVIO EMILIO SERENI che ospita il patrimonio librario e documentario del grande studioso dell’agricoltura e l’Archivio storico nazionale dei movimenti contadini, e le attività del PARCO AGROAMBIENTALE, un percorso guidato all’aperto sorto sulla terra dei Cervi, che illustra e valorizza le risorse naturali della media pianura padana e il rapporto fra uomo e paesaggio nella trasformazione agricola nelle campagne.
https://www.istitutocervi.it/
GINO LAVAGETTO
Attore e sceneggiatore, Luigi “Gino” Lavagetto, classe 1938, fece parte in teatro della compagnia de La Borsa di Arlecchino di Genova. Attivo anche in televisione, è stato interprete negli anni Settanta della serie televisiva poliziesca “Qui squadra mobile”, nei panni di Leonello Astolfi, capo della sezione furti, Del 1980 sono le interpretazioni, sempre per la televisione, di “Quaderno proibito” e” Pronto emergenza”. Per il cinema ha curato anche la sceneggiatura di “Quelli belli… siamo noi” (1970). Dall’inizio degli anni Duemila, si è dedicato completamente alla televisione. Dalla ex moglie, l’attrice e cantante Miranda Martino, ha avuto il figlio Fiodor; dopo il divorzio dalla Martino si è legato a Laura Efrikian, poi a Livia Giampalmo. Nel film “I sette fratelli Cervi” interpreta il ruolo di Antenore.
Tra i suoi film come interprete si ricordano: I terribili 7, regia di Raffaello Matarazzo (1963); I sette fratelli Cervi, regia di Gianni Puccini (1967); Dillinger è morto, regia di Marco Ferreri (1968); Una ragazza piuttosto complicata, regia di Damiano Damiani (1968); Il prof. dott. Guido Tersilli primario della clinica Villa Celeste convenzionata con le mutue, regia di Luciano Salce (1969); Wanted Sabata, regia di Roberto Mauri (1970); Un amore oggi, regia di Edoardo Mulargia (1970); La pacifista, regia di Miklós Jancsó (1971); Arriva Durango… paga o muori, regia di Roberto Bianchi Montero (1971); Damnation – La stirpe di Caino, regia di Lamberto Benvenuti (1971); Roma rivuole Cesare, regia di Miklós Jancsó (1972); Una casa sotto il cielo, regia di Roberto Locci (1993); Le ali della vita 2 (2001); L’uomo sbagliato (2005).
Per il piccolo schermo ha recitato nei seguenti sceneggiati, telefilm e serie tv: Tenente Sheridan; Le inchieste del commissario Maigret; Castigo; Il signore di Ballantrae; Quaderno proibito; Giuseppe Verdi (1963); Il guardiano, regia di Sergio Genni – TV svizzera/italiana (1973); Diario di un giudice, regia di Marcello Baldi (1978); Pronto emergenza (12 telefilm); Qui squadra mobile (1ª e 2ª serie); Don Matteo (2006, episodio “Al chiaro di luna”); Incantesimo 3 (2000); Il cielo tra le mani (2000); Incantesimo 4 (2001).
In teatro queste le sue interpretazioni più significative: Non girare per la casa tutta nuda di Georges Feydeau, regia di Aldo Trionfo; Caligola di Albert Camus;
Pinocchio di Collodi, regia di Carmelo Bene; I masteroidi di M. Aymè, regia di Arnoldo Foà; Molto rumore per nulla di William Shakespeare, regia di Alessandro Brissoni, teatro stabile di Catania; Egmond, regia di Luchino Visconti; Vita di Shakespeare di Angelo Dalla Giacoma, teatro stabile di Torino, regia di Virginio Gazzolo; Vita e morte di un immigrato di Angelo Dalla Giacoma, stabile di Torino, regia di Alessandro Giupponi; In nome di re Giovanni di Roberto Mazzucco, regia di Nino Mangano; Quando noi morti ci destiamo di Henrik Ibsen, regia di Carlo Merlo; Tieste di Seneca, regia di Virginio Gazzolo;
Delitto all’isola delle capre di Ugo Betti, regia di Romano Bernardi; La calunnia smascherata di Giacomo Casanova, regia di Renato Giordano; Il muro fragile di Claudia Poggiani, regia di Michele Mirabella; Ologame di Luciana Lanzarotti, regia di Ugo Gregoretti; Rosa Delly di Maricla Boggio e Valeria Moretti, regia di Ugo Gregoretti; L’arcitaliano di Italo Moscati, regia di Augusto Zucchi; La decima sinfonia di Renato Giordano, regia di Michele Mirabella; La sosta di Nicola Molino, regia di Renato Giordano; Le signore del giovedì di Loleh Bellon, regia di Luciano Codignola; Blue moon di Italo Moscati, regia di Guido Maria Compagnoni.