Unione Sarda – 28 luglio 2015
CINEMA. IL REGISTA ROMANO IERI A LA MADDALENA PROTAGONISTA DE “LA VALIGIA DELL’ATTORE”
Il cuore grande di Munzi
Queste “Anime nere”, così violente, così fragili
IL FILM
“Anime nere” è il piccolo miracolo della stagione del nostro cinema: premiato in decine di festival, è stato accolto dal pubblico con passione ed emozione.
La valigia del regista Francesco Munzi è piena di emozioni. La Maddalena è un tuffo al cuore per il cineasta romano, che ha inaugurato ieri, con “Anime nere”, la dodicesima edizione de “La valigia dell’attore”, in programma fino a domenica con Jasmine Trinca super star. «Sono stato al festival nel 2008 con “Il resto della notte”», esordisce. «Sono felice di tornare con un film che mi sta dando grandi soddisfazioni. Frequento la Sardegna da trent’anni, un giorno mi piacerebbe raccontarla. E poi ci sono legato per motivi familiari». La moglie Caterina è di La Maddalena. Con “Anime nere” Munzi ha portato a casa nove statuette ai David di Donatello 2015, consenso internazionale e un riconoscimento da parte del Comune di La Maddalena: chi meglio di lui per aprire la rassegna dedicata a Gian Maria Volonté. «È sepolto qua, ci ha abitato, come me aveva con l’Isola un rapporto extracinematografico: era il luogo dell’anima, isolato ma ricco di incontri. Un porto e un rifugio». Indimenticabile protagonista di capolavori assoluti, Volonté approdò a La Maddalena grazie all’amico sceneggiatore Franco Solinas, del cui premio ricorre quest’anno il trentennale. «Avrei voluto dirigerlo in “Porte aperte” di Amelio. Ne avrei avuto rispetto e soggezione. Per il talento ma anche per la capacità di non essere un attore passivo, Volonté andava oltre il suo ruolo». Difficile avere a che fare con i mostri sacri. Ma tant’é: scrivere un film è tutto fuorché uno sterile esercizio autocelebrativo. «Abbiamo bisogno degli attori come il pane. Per questo apprezzo il festival “La valigia dell’attore”: unico in quanto si focalizza su questo ruolo». Poi, ognuno ha il suo metodo. «Quando scrivo ho in mente chi interpreterà il mio film, non puoi prescindere dalla persona-attore. Quando però non so chi sarà l’attore, una volta individuato rielaboro la sceneggiatura». Un vestito tagliato su misura. «È generosità nei confronti del film». E del pubblico. Come nei precedenti “Saimir” (2004) e “Il resto della notte”, in “Anime nere” ricorrono i temi dell’illegalitàe della famiglia. «Mi piace parlare di grandi tematiche con qualcosa di concreto come i sentimenti: mi consentono di spaziare e avvicinano lo spettatore alla storia». La formula paga: per “Anime nere”, Munzi è stato accostato a Visconti e Coppola. «Esempi belli ma ingombranti. Innegabilmente un’influenza ce l’hanno, mai però in maniera diretta».
Il nuovo cinema italiano sta crescendo. «Al di là di una certa debolezza strutturale, legata ai finanziamenti ma anche all’aiuto“culturale”, c’è un gruppo di registi che sta facendo qualcosa di importante. All’estero percepisco curiosità: abbiao avuto padri così grandi che è difficile superarli, eppure, in qualche modo, ci stiamo riuscendo».
Oggi, alle 10.30, Munzi sarà a Cala Gavetta per l’incontro col pubblico. Stasera, alle 21.30, all’Arena La Conchiglia verrà invece proiettato “Perfidia” di Bonifacio Angius, finalista al Premio Solinas 2012.
Ilenia Giagnoni
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